Sulle orme di Anubi

Come riesci a trovare la tua propria via in tempi mutevoli e a volte confusi? Gli antichi Egizi avevano delle idee in merito, perché, che si viva adesso oppure migliaia di anni fa, in tutti i tempi ci sono sempre stati periodi turbolenti. A volte su larga scala, nel mondo, e a volte su piccola scala, nella tua propria vita.
Gli antichi Egizi avevano un solo obiettivo in mente: diventare un Osiride. Tutti i miti e le figure divine raffigurano questo processo. In tutte queste rappresentazioni,
le figure divine compaiono spesso come aiutanti, perché sulla strada per Osiride si poteva aver bisogno di aiuto. Uno di questi aiutanti è Anubi.

Fiutare
Anubi è spesso raffigurato come un cane simile ad uno sciacallo o come un essere umano con la testa di cane. Nei miti egizi Anubi ha diverse funzioni. Come molte altre figure divine, Anubi rappresenta alcune qualità dell’uomo. Analizzando le caratteristiche specifiche del cane possiamo comprendere meglio il significato di Anubi e il motivo per cui gli Egizi lo scelsero come simbolo. Un cane è vigile. Riconosce chi gli è familiare e chi gli è estraneo. Come fedele amico a quattro zampe, ti accompagna nel tuo viaggio. Inoltre, il cane ha un buon senso dell’olfatto. L’animale riesce a distinguere un odore dall’altro con grande precisione. E un cane riesce a seguire una pista senza problemi e quindi a trovare la strada, il che lo rende un’eccellente guida.
Intuizione
Un altro luogo dove è possibile trovare Anubi è la bilancia, su cui viene pesato il cuore dell’egiziano (immagine 3). Questa scena raffigura l’inizio del processo di morte, quando l’uomo fa il bilancio della propria vita. Anubi assiste Thot in questo processo e controlla il filo a piombo della bilancia. Lo fa in modo molto meticoloso. La bilancia è regolata correttamente? Anubi rappresenta qui l’intuizione, la percezione immediata della verità, di Maat. Allo stesso tempo, Anubi rappresenta anche il potere di discernimento. Si percepisce molto chiaramente se qualcosa era puro oppure no, e se era giusto o sbagliato fare qualcosa.
L’uomo vede tutto ciò che ha fatto e vissuto nella sua vita passata alla luce di Maat. Maat è la legge dell’universo. Secondo gli Egizi, la natura con tutte le sue creature è costruita in un modo tale che tutte le creature si sostengono a vicenda in un equilibrio armonioso. Non è un equilibrio statico, non è un sistema stagnante, ma è costituito da movimenti e crescite. Tutti gli esseri che compongono la natura sono così strettamente collegati tra loro tanto che si possono aiutare reciprocamente. Grazie a questa interconnessione, ciò che fa uno ha anche sempre ripercussioni sull’altro. Gli Egizi chiamavano questa costruzione della natura Maat. Maat è sinonimo di armonia, giustizia e verità.
All’inizio del processo di morte, l’uomo non si limita a considerare se tutto ciò che ha fatto è stato giusto, onesto e buono, ma considera anche le cause e le conseguenze delle sue azioni. Esamina il modo in cui le decisioni prese sono correlate ai pensieri che aveva.
Vede gli eventi successivi che ne sono derivati. Vede così come è stato costruito il suo destino. Non per niente Renenuthet, la dea del destino, è spesso presente sulla bilancia.

Buon aiuto
Questo processo di valutazione avviene all’interno della persona stessa. L’uomo pesa il proprio cuore. Esamina ogni cosa non con la sua coscienza quotidiana, ma la soppesa con una parte superiore della sua coscienza. Ciò gli consente di vedere le connessioni più chiaramente. Il Libro dei Morti riguarda la rievocazione della vita passata, ma possiamo riconoscere questo processo anche su scala più ridotta durante la nostra vita, quando abbiamo portato a termine un compito importante e riflettiamo sui suoi risultati.
Si può quindi vedere come un’azione abbia portato all’azione successiva, che a sua volta ha provocato una reazione. Osservando la progressione di eventi consecutivi e i pensieri e le convinzioni che ne sono alla base, si accresce così la propria intuizione. Ciò permetterà di fare le cose in modo diverso o addirittura meglio la prossima volta.
Riconosciamo la bilancia anche prima di prendere una decisione importante e riflettiamo con il cuore. Anubi, in quanto intuito e discernimento, è quindi un valido aiuto.

Aprirere la via
Anubi è una buona guida sulla strada per Osiride. In diverse immagini prende per mano l’egiziano e lo conduce da Osiride. Anubi assomiglia molto a un altro dio, Wepwawet (Upuaut). Anche Wepwawet assomiglia a un cane (immagine 5). Wepwawet potrebbe essere un altro nome di Anubi oppure potrebbe rappresentare una funzione specifica di Anubi.
Durante le processioni rituali Wepwawet veniva trasportato su uno stendardo precedendo il re (faraone). Le processioni hanno un significato simbolico. Wepwawet sembra quindi svolgere il ruolo di guida, di indicatore dei percorsi o delle scelte che il re compie in vita. In realtà, il nome stesso Wepwawet ne indica già il significato. Wepwawet significa “colui che apre le vie”. Wep significa “aprire” o “separare”. Chi usa la propria intuizione e la propria capacità di discriminazione apre dentro di sé la strada verso Osiride. Wepwawet spiana la strada e chiunque lo segue sceglierà sempre la strada giusta.
Sulla montagna
Un altro titolo sia per Anubi che per Webwawet è “colui che è sulla sua montagna”. Ora, questo potrebbe essere inteso letteralmente, poiché cani e sciacalli amano vivere nelle zone montuose del deserto e nei loro dintorni, ma probabilmente ha anche un significato simbolico. In molte culture essere seduto su una montagna significa, in linguaggio mitologico, trovarsi ad un elevato livello di coscienza. In molti miti, per esempio, gli dei risiedono su una montagna. Dalla sua montagna Wepwawet supervisiona sia il tutto che i singoli dettagli. Dalla sua posizione elevata non vede ostacoli, li guarda dal di sopra e conduce così l’uomo passo dopo passo alla sua meta. Wepwawet conduce l’uomo “sulla retta via”, come indicano molti proverbi. Wepwawet è talvolta equiparato a Horus e al dio Sole, un’ulteriore indicazione del fatto che Wepwawet rappresenta un aspetto superiore dell’uomo.


Thot
Anubi è strettamente associato a Thot, il dio della saggezza. Thot, come Anubi e Wepwawet, rappresenta un aspetto interiore dell’uomo. La saggezza si ritrova nel profondo di ognuno di noi. E Thot è anche chiamato “Colui che apre le vie”. Egli rende il paradiso accessibile a coloro che seguono Maat.
Chi agisce in armonia con tutti gli esseri, vedrà aprirsi le strade. Non ci saranno più ostacoli tra lui e il suo dio interiore. Egli è libero da tutto ciò che gli impedisce di elevare la propria coscienza ed è quindi in grado di ricevere intuizione e ispirazione.
Ai piedi di Anubi
Esiste una fonte interiore a cui tutti possono attingere. Secondo un antico testo egizio, puoi concentrarti su Thot, la tua saggezza interiore, restando in silenzio e non lasciandoti distrarre da emozioni turbolente e pensieri negativi.
Quanto più una persona riflette sul modo in cui tutto e tutti sono interconnessi, tanto più è in grado di prendere giuste decisioni. Così l’egiziano Intef dice di essere uno “che contempla Maat nel suo cuore”. È “calmo, amichevole, non irascibile o irritabile”. Egli è “preciso come la bilancia”. Egli è “sincero e pieno di Maat come Thot”. Ciò gli consente di dire sempre le cose giuste, anche in situazioni difficili.
Si può continuare ad ampliare le proprie conoscenze. Intef dice di essere “un sapiente che ha imparato la conoscenza da solo”. Le intuizioni sgorgano dalle propria profondità. Intef afferma che si serve della saggezza acquisita e se può essere utile la condivide con gli altri.
Thot rappresenta la saggezza intuitiva. Le intuizioni spesso giungono in un baleno, come se dai regni divini Thot le portasse alla velocità della luce. Questo è probabilmente il motivo per cui viene spesso raffigurato con indosso le pantofole di Anubi (immagine 6). Thot conduce l’uomo in avanti a passi rapidi.
Nome segreto
Esiste un altro tipo di statua che indossa le pantofole di Anubi. Sono state trovate immagini di figure misteriose, metà donna e metà cobra. La figura 7 mostra una di queste figure. Questa affascinante scultura in legno raffigura probabilmente Renenuthet. Abbiamo già incontrato Renenuthet alla bilancia. Renenuthet rappresenta non solo il destino, ma anche il carattere individuale dell’uomo. Secondo gli Egizi, il destino dell’uomo e il suo carattere sono strettamente correlati.
Alla nascita, Renenuthet dava a ogni bambino un nome segreto. Oltre al nome comune, il nome con cui tutti si conoscevano, ogni egiziano aveva anche un nome segreto. Nessuno conosceva questo nome, nemmeno il padre e la madre del bambino. Il nome segreto è un’indicazione del carattere specifico della persona. Il termine Renenuthet chiarisce ulteriormente il suo significato. Renenuthet deriva dalle parole Ren, il nome, e renen, educare. Renenuthet fa riferimento all’educazione del nome, del carattere. Renenuthet fa riferimento allo sviluppo proprio personale. Secondo gli Egizi, il carattere non è statico. Il tuo personaggio può crescere. Quando cambi i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti e le tue abitudini (in breve, il tuo carattere), cambiano anche le scelte che fai e il percorso che intraprendi. Reagisci in modo diverso, ed allora anche le persone reagiranno in modo diverso nei tuoi confronti. I tuoi interessi e le tue relazioni cambiano. Altre persone si imbattono nel tuo cammino. Il destino, che crei, da quel momento in poi cambia.
Man mano che si diventa più buoni, il carattere di una persona diventa sempre più simile a Osiride. È Renenuthet che “eleva l’egiziano al cielo”, dice il Libro dei Morti. È il bel carattere che trova la strada della felicità.
La via verso il sole
Per ognuno è indicato uno sviluppo interiore. Questo percorso è per ognuno diverso. La natura è composta da milioni e milioni di creature. E tutte quelle migliaia di creature sono uniche. Non esistono creature esattamente uguali. Pertanto, ogni persona segue il proprio percorso unico verso Osiride. In questo l’aiuta il suo intuito. Non solo gli dice quale direzione prendere e quali sono le decisioni migliori, ma anche di chi fidarsi e di chi diffidare, chi è onesto e chi non lo è. Ciò lo salva da molti problemi e sofferenze inutili. Intef, ad esempio, afferma di saper riconoscere l’adulazione. Sa distinguere la falsità dalla sincerità.


La sua intuizione porterà l’uomo a trovare ispirazione nell’intraprendere questo percorso di crescita. Troverà libri e incontrerà persone da cui potrà imparare molto.
Da ogni esperienza si può imparare qualcosa. Quanto più si crescerà, tanto più si esternerà la propria natura divina interiore e pura. La corona di Osiride ha da entrambi i lati due piume di struzzo. Sono le piume di Maat. Indica che l’uomo porta dentro di sé, nel suo nucleo più profondo, la legge armoniosa dell’universo. Il suo essere interiore è armonia, è giustizia, è verità, è cooperazione reciproca, è Maat.
Ogni persona e ogni essere segue il proprio cammino. È libero di scegliere quale strada intraprendere. Una persona saggia e buona si unisce naturalmente e volontariamente alla legge dell’universo, a Maat. Sa che ognuno e ogni essere vivente è uno solo nel suo più profondo. Egli non sperimenta questo legame come una limitazione, ma come una felicità. E qualunque cosa il destino gli riservi, chi si lascia guidare dalla propria saggezza intuitiva vivrà la vita come una grande avventura, piena di ispirazione.
Questo articolo è apparso su Bres Magazine 2024/2025
Diritto d’autore testo e immagini: Corina Zuiderduin
Traduzione: Marisa Jansen Miglioli